CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD SU E45 ED EX TIBERINA 3 BIS: “ORMAI SIAMO GIUNTI AL TRAGICOMICO”

( Comunicati Stampa )

CONFINDUSTRIA TOSCANA SUD SU E45 ED EX TIBERINA 3 BIS: “ORMAI SIAMO GIUNTI AL TRAGICOMICO”

Il Responsabile di Arezzo di Confindustria Toscana Sud Alessandro Tarquini torna sull’argomento, evidenziando come dopo alterne vicende la situazione è di nuovo in stallo

Sono trascorsi oltre tre anni dal 16 gennaio 2019, quando la SGC E45 fu chiusa in entrambe le direzioni nel tratto Valsavignone – Canili per criticità riscontrate sul viadotto Puleto. Confindustria Toscana Sud parlò allora di disastro annunciato e della necessità di garantire subito collegamenti alternativi, ripristinando la ex-statale Tiberina 3 bis. Il Responsabile di Arezzo di Confindustria Toscana Sud Alessandro Tarquini torna sull’argomento, evidenziando come dopo alterne vicende la situazione è di nuovo in stallo. “Nel 2019, l’allora Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti riconobbe il ruolo strategico della viabilità alternativa e la necessità di riqualificare la ex SS 3bis, attualmente classificata “comunale”, riconducendola a “statale” e alla competenza Anas. Nel frattempo il Comune di Pieve Santo Stefano ha richiesto all’Anas e al Ministero delle Infrastrutture il ripristino urgente della ex SS Tiberina 3 bis ma ancora oggi la situazione continua a rimanere estremamente problematica – dice Tarquini – l’Anas ha fra l’altro recentemente comunicato che i lavori per la messa in sicurezza del viadotto Puleto potrebbero riprendere dopo il 15 aprile tramite una nuova aggiudicazione dopo la risoluzione del contratto con la prima impresa. Trattandosi di lavori che potrebbero richiedere il sollevamento idraulico delle campate per risanare completamente i sistemi di appoggio, il transito veicolare sulla E45 potrebbe essere di nuovo inibito. La sistemazione della vecchia ex SS Tiberina 3 bis come viabilità alternativa richiede consistenti interventi – spiega Tarquini – nel 2016 c’è stato un accordo fra Comune di Pieve Santo Stefano e Anas, con la disponibilità di un primo finanziamento di 2,5 milioni di euro che avrebbe consentito l’avvio dei lavori più urgenti. Nel 2019, in virtù di una nuova convenzione, Anas ha provveduto ad una revisione progettuale e l’importo complessivo per lavori è stato ricalcolato in 15 milioni di euro. A partire dalla nuova definizione dell’investimento è partita la richiesta al Ministero di ulteriori finanziamenti ma lo scorso maggio il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha rilevato l’assenza di presupposti per riconoscere la ex SS Tiberina 3 bis viabilità di interesse nazionale. Questo ha dell’incredibile – continua Tarquini – si tratta di un’arteria classificata fin dal 1938 come statale, con la costruzione della SGC E45 Orte Ravenna la strada rimaneva “strategica” nell’ambito del valico appenninico e non poteva essere abbandonata dall’ANAS e declassificata in condizioni di inagibilità. Dopo il pronunciamento del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici è venuto meno l’impegno dell’ANAS. A fine anno 2021 è stato approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a valutare l’opportunità di prevedere risorse finalizzate al ripristino di tale arteria per garantire la sicurezza della circolazione e il collegamento tra Pieve S. Stefano e il confine regionale con l’Emilia Romagna, ma dopo tre anni non c’è nemmeno conferma della prima disponibilità di fondi di 2,5 milioni di euro che erano stati annunciati nel 2016. Infine, più recentemente si è passati dal tragico al comico, con la risposta del Sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri ad un question time in Commissione Trasporti della Camera: Cancelleri ha confuso la ex strada statale Tiberina 3 bis con la SGC E45, descrivendo i cantieri in atto sulla Orte – Ravenna e ignorando completamente il ripristino dell’itinerario della vecchia arteria fra Canili e Valsavignone. Siamo costernati – conclude Tarquini – si tratta di una questione purtroppo annosa, di cui si sono interessati, nel tempo e a vari livelli, politici, amministrazioni ed istituzioni, come è possibile che ancora non si siano compresi i termini del problema e le gravi conseguenze in termini di sicurezza, aumento dei costi e dei tempi di percorrenza, inquinamento e disagio che hanno subito e continuano a subire la popolazione, le aziende, il territorio e tutti coloro che utilizzano questa viabilità?”. Concludendo una riflessione: i danni prodotti al sistema produttivo e dei trasporti dall’interruzione della E45 avvenuta nel 2019 sono stati calcolati in un importo che oscilla dai 20 ai 27 milioni di euro; non è escluso che, se non si interviene, tali danni potrebbero ripetersi in futuro: non costerebbe meno alla collettività investire una somma più bassa, sistemare definitivamente la ex SS Tiberina 3 bis ed evitare così futuri maggiori costi e disagi?

All.: foto Alessandro Tarquini (Resp. Confindustria Toscana Sud Delegazione di Arezzo)


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Rif.

Luisa Angioloni – Tel. 0575399442 – e-mail: l.angioloni@confindustriatoscanasud.it