MAGINI, PRESIDENTE ANCE AREZZO: L’ANALISI A 360° DEL SETTORE EDILE,  UNO DEI PIÙ COLPITI DALLA CRISI ED ANCORA IN AFFANNO. LE PROPOSTE DI ANCE PER IL 2017.

( Comunicati Stampa )

MAGINI, PRESIDENTE ANCE AREZZO: L’ANALISI A 360° DEL SETTORE EDILE,  UNO DEI PIÙ COLPITI DALLA CRISI ED ANCORA IN AFFANNO. LE PROPOSTE DI ANCE PER IL 2017.

COMUNICATO STAMPA

Il Presidente di Ance Arezzo l’architetto Igor Michele Magini fa il punto sull’andamento dell’anno che sta per chiudersi e le sfide che aspettano il settore dell’edilizia, il più colpito dalla crisi ed ancora in forte affanno.

Il primo elemento analizzato è l’indice di produzione del 2016 che è stato caratterizzato da un andamento altalenante. Il bilancio complessivo dei posti di lavoro persi nelle costruzioni dall’inizio della crisi è di 580.000 unità, che diventano 800.000 considerando anche i settori collegati, le valutazioni sulle prospettive del settore espresse dalle imprese peggiorano. Alcuni dati: fuori dal mercato oltre 100.000 imprese; tra il 2008 e il 2014 il settore dell’edilizia ha perso centinaia di migliaia di imprese. Gli effetti della lunga crisi, infatti, sono stati molto pesanti per il tessuto produttivo dell’edilizia e principalmente per le aziende più strutturate: ha cessato la propria attività il 26,9% delle imprese con 2-9 addetti, il 40% di quelle tra 9 e 49 addetti e il 31% di quelle con più di 50 addetti.

Dati sotto le aspettative per il settore delle opere pubbliche; le previsioni di un aumento degli investimenti nel settore, alla fine dello scorso anno, erano trainate da una stima di crescita dei lavori pubblici del 6%, grazie all’aumento delle risorse (+9,2%), alla cancellazione del Patto di stabilità interno e alla clausola europea per gli investimenti disposte dalla legge di stabilità 2016. Le difficoltà di un pieno utilizzo della clausola di flessibilità e l’entrata in vigore del nuovo codice appalti hanno frenato bruscamente la ripresa. Le nuove stime per gli investimenti in opere pubbliche per il 2016 si fermano dunque a un +0,4%. Il bilancio del 2016 resta negativo anche nei bandi di gara e vede una contrazione dei bandi di gara per lavori pubblici del 4,4% nel numero di gare e dell’11,4% nell’importo rispetto al periodo gennaio-ottobre 2015. Per i Comuni la flessione raggiunge il -13,9% in numero e il -37,0% in valore. In particolare, con l’entrata in vigore delle nuove norme sugli appalti pubblici, si è assistito nel mese di maggio a una drastica flessione delle pubblicazioni: -26,7% in numero e del -75,1% in valore, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.  Nel 2016 gli investimenti in nuove abitazioni registreranno una diminuzione del 3,4% rispetto al 2015, per effetto principalmente della drastica riduzione dei permessi di costruire.

Diverso, invece, il risultato degli investimenti in riqualificazione degli immobili che a fine anno dovrebbero aumentare di 1,3 miliardi, ossia l’1,9% in più rispetto al 2015. Un dato conseguito grazie al potenziamento degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico che, come richiesto da Ance sono state prorogate per il 2017. Il mercato della casa, però, continua a segnare dati positivi. Il 2015 si è chiuso con un incremento del 6,5% delle compravendite, che quindi riguardano il mercato dell’usato, pari a 445mila abitazioni, e nel 2016 si conferma questo trend con una crescita del 20,6% degli alloggi compravenduti. La ripresa del mercato immobiliare è influenzata dalla sensibile riduzione dei prezzi delle abitazioni: per il 2016 si prevede però una stazionarietà dei prezzi che riprenderanno ad aumentare nel 2017, dall’aumento della domanda, testimoniata dalla crescita del numero di famiglie (+13% tra il 2003 e il 2015) e delle intenzioni di acquisto, dalla crescita dei mutui alle famiglie: il 2015 si è chiuso con un aumento del 70,6% dei mutui concessi dalle banche e nel primo trimestre 2016 la crescita è del +55%.

Altro tema negativo quello dell’accesso al credito, per il settore delle costruzioni, continua ad essere estremamente problematico. Complessivamente, si è passati dai 31,5 miliardi di euro erogati nel 2007 ad appena 8 miliardi erogati nel 2015, una diminuzione che supera il 70%. Di contro, la domanda di credito da parte delle imprese è aumentata. Oltre il 32% delle imprese aderenti all’indagine Ance ha registrato una crescita del fabbisogno finanziario per sostenere gli investimenti. La mancanza di liquidità diventa un problema ancora più rilevante soprattutto per le imprese che operano con la Pa, che continua a pagare in ritardo nonostante gli impegni fissati dalla Direttiva europea. Nei primi sei mesi del 2016, infatti, le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate mediamente dopo 168 giorni, contro i 60 giorni previsti dalla normativa. Questo dato, inoltre, interrompe un trend di diminuzione dei tempi di pagamento in atto dal 2014 per gli sforzi fatti dalle istituzioni.

Questo il quadro economico generale del settore, purtroppo i dati a livello provinciale sono in linea con quelli nazionali: nel 2017 le previsioni, basandosi sullo status quo, ci mostrano una nuova flessione dei livelli produttivi dell’1,2% in termini reali su base annua, con una riduzione del 3,6% delle opere pubbliche, del 3% della nuova edilizia residenziale e dello 0,2% nel comparto delle ristrutturazioni. Per scongiurare questi effetti è necessario intervenire con politiche adeguate per il settore, queste le nostre proposte:

  • un periodo transitorio del nuovo codice degli appalti;
  • per garantire l’effettiva tutela del sistema delle piccole e medie imprese, occorre che le Pubbliche Amministrazioni applichino sistemi di aggiudicazione per singoli lotti che ne favoriscano l’accesso alle gare e ne assicurino la possibilità di parteciparvi, come l’affidamento con procedura negoziata per l’esecuzione di lavori di importo inferiore alla soglia del milione di €;
  • la messa a regime degli incentivi potenziati per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica, rimodulati, questi ultimi, in modo da premiare gli interventi che consentano di ottenere i migliori risultati in termini di risparmio energetico;
  • norme finalizzate a favorire interventi di “sostituzione edilizia”, che implicano la demolizione e ricostruzione dell’esistente, anche con incrementi volumetrici, le agevolazioni per la permuta tra vecchi edifici e immobili con caratteristiche energetiche completamente rinnovate;
  • la proroga, per un ulteriore triennio, della detrazione Irpef pari al 50% dell’IVA dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B, introdotta dalle legge di Stabilità 2016 ed in scadenza al 31 dicembre 2016. In questo scenario, per il settore delle costruzioni la previsione Ance per il 2017 è di una crescita dei livelli produttivi dell’1,1% in termini reali su base annua. Nel dettaglio dei singoli comparti si osserverebbe una crescita dello 0,5% rispetto al 2016 per gli investimenti in opere pubbliche, un ulteriore aumento dell’1,7% per gli investimenti in manutenzione straordinaria e un incremento per gli investimenti in nuove abitazioni dell’1,8%. Da ultimo il Presidente ribadisce come l’affidamento con procedura negoziata per l’esecuzione di lavori di importo inferiore alla soglia del milione di euro, possa rappresentare uno dei principali fattori di ripresa del settore. Ne consegue che particolare attenzione deve essere posta agli appalti sotto la soglia del milione di euro che costituiscono le maggiori opportunità di mercato a cui le nostre piccole imprese possono accedere.

E’ quindi determinante, per il rilancio delle piccole e medie imprese che rappresentiamo, sistemi che garantiscano l’efficienza dell’azione amministrativa, ma anche il concreto perseguimento della qualità dell’opera eseguita ed il concetto di “prossimità operativa” al luogo di realizzazione dell’appalto da parte dell’operatore economico aspirante concorrente.

28.12.2016

Rif.
V. Masoni – e-mail: relazioniesterne@confindustriatoscanasud.it