CORONAVIRUS – TRASPORTI INTERNAZIONALI

( Trasporti e circolazione )

CORONAVIRUS – TRASPORTI INTERNAZIONALI

Situazione aggiornata a mercoledì 18 marzo 2020 ore 20:00

Trasmettiamo di seguito la situazione aggiornata nei vari Paesi di maggiore interesse per l’autotrasporto nazionale, secondo le  notizie rese note dal  Ministero affari esteri.

Le altre fonti sono espressamente citate. 

 Italia

18.03.20

Al fine di contrastare COVID-19, con Decreto n. 120 del 17.03.2020, i Ministri dei trasporti e salute hanno disposto che tutte le persone fisiche in entrata in Italia – con qualsiasi modalità di trasporto – anche se asintomatiche sono obbligate a comunicare immediatamente il proprio ingresso in Italia al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria locale per l’avviamento della sorveglianza sanitaria e all’isolamento fiduciario per un periodo di 14 gg. In caso di insorgenza di sintomi COVID-19 sono obbligate a segnalare tale situazione all’Autorità Sanitaria  con tempestività, tramite i numeri telefonici dedicati.

In deroga a quanto previsto sopra, esclusivamente per comprovate esigenze lavorative e per  un tempo di 72 ore – che possono essere prorogate per un massimo di ulteriori 48 ore – le persone fisiche in entrata in Italia tramite trasporto aereo, ferroviario, marittimo e stradale sono tenute a presentare una dichiarazione – resa ai sensi degli artt. 46 e 47 del DPR 445/2000 – nella quale attestano di entrare esclusivamente per la predetta esigenza lavorativa. Con la medesima dichiarazione è assunto l’obbligo in caso di insorgenza di sintomi COVID-19, di segnalare tale situazione con tempestività al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per il tramite di numeri telefonici dedicati, e di sottoporsi nelle more delle conseguenti determinazioni della predetta autorità sanitaria, ad isolamento.

Tali disposizioni, in vigore sino al 25 marzo 2020, non si applicano al personale viaggiante appartenente ad imprese con sede legale in Italia.

 Ungheria

18.03.20

L’Ambasciata ungherese in Italia ha fornito aggiornamenti sulla situazione in atto in Ungheria.

Confine Austria-Ungheria: è aperto solo Hegyeshalom, gli altri valichi sono chiusi. Possono entrare tutti i veicoli a prescindere dal tonnellaggio. Le code sono lunghissime, circa trenta chilometri, secondo le ultime info. Sono arrivate delle segnalazioni riguardo alla carenza di acqua e cibo. Perdipiù non è garantito l’igiene personale per mancanza dei bagni chimici sul lato austriaco.Il trasportatore che entra in Ungheria può scaricare la merce senza problemi. I veicoli che viaggiano  in transito possono proseguire sui percorsi preposti per il  transito. Le aree di servizio sono predisposte. 

Confine Italia-Slovenia: La Slovenia ha interdetto il transito per i veicoli che superano le 7,5 tonnellate e che arrivano dall’Italia. Al di sotto di 7,5 tonnellate il transito non è vietato. Una volta arrivati in Ungheria i veicoli proseguono sui percorsi destinati al transito.

L’Ambasciata italiana a Budapest ha informato poco fa  che attualmente i camion non possono entrare in Ungheria a Rabafuzes. Dall’Austria si entra a Hegyeshalom, tuttavia c’è una coda di diversi chilometri. Potrebbe essere preferibile optare per l’ingresso dal valico di Letenye (confine Croazia-Ungheria).

Per i flussi di transito attraverso l’Ungheria verso paesi confinanti  (che erano rimasti bloccati, causando code interminabili,  intanto al confine tra Italia e Slovenia) verranno creati convogli di 15 veicoli alla volta che la polizia ungherese (Rendorseg) scorterà (almeno in questa prima fase) per i cd “Corridoi umanitari” (autostrade che collegano i vari confini) e verranno designati distributori ad hoc x le soste e rifornimenti. Verrà applicato uno sticker giallo sul parabrezza del mezzo e bisognerà seguire il percorso che verrà indicato su una mappa. E, comunque, ci dovrebbe essere una pattuglia che apre la strada. Ciò vale per qualsiasi nazionalità dell’autista e per qualsiasi mezzo che provenga dall’Italia (e altre aree fortemente impattate dal Coronavirus).

Sul sito della Polizia ungherese è pubblicata una mappa con i “corridoi umanitari” e le stazioni di frontiera aperte. http://www.police.hu/hu/hirek-es-informaciok/hatarinfo?field_hat_rszakasz_value=horv%C3%A1t+hat%C3%A1rszakasz.

Da questo si evince che a Nagylak si può uscire dall’Ungheria. 

Portogallo

17.03.20

Il governo portoghese ha deciso ieri il ripristino dei controlli documentali alle frontiere con la Spagna e restrizioni all’ingresso in Portogallo, con il divieto del traffico stradale alle frontiere terrestri.

La misura è in vigore dalle 23:00 del 16 marzo al 15 aprile 2020, soggetta a rivalutazione ogni 10 giorni e possibile proroga. 

La circolazione è ancora consentita per il trasporto internazionale di merci, il trasporto di lavoratori transfrontalieri e la circolazione di veicoli di emergenza e di soccorso e servizi di emergenza.

I valichi di frontiera autorizzati alla frontiera terrestre sono i seguenti:

Valença-Viana do Castelo, uscita dal ponte Tuy-Valença IP1-A3, a Valença, e dalla stazione ferroviaria di Valença;Vila Verde da Raia-Chaves, uscita A52, collegamento con A24, km 0, vicino alla rotonda;Quintanilha-Bragança, uscita dall’International Bridge IP4 / E 82, uscita nodo a Quintanilha o vicino alle strutture CCPA a N218-1 Quintanilha; Vilar Formoso-Guarda vicino alla linea di confine, Largo da Fronteira, vicino a CCPA, N 16 / E80, collegamento 620 Fuentes de Õnoro, Spagna, compresa la stazione ferroviaria di Vilar Formoso e accesso attraverso il Parco TIR, tramite camion, N16, Vilar Formoso; Termas de Monfortinho-Castelo Branco, incrocio della N 239 con la N 240 a Termas de Monfortinho; Marvão-Portalegre, linea di confine, Marvão, collegamento N 521 da Valencia de Alcântara a IC 13 Marvão; Caia-Elvas, uscita A6 km 158, collegamento Caia-Elvas, vicino all’Ufficio del Turismo, Elvas; Vila Verde de Ficalho-Beja, vicino alla linea di confine, collegamento A 495 Rosal de la Frontera a IP 8, Serpa; Castro Marim-Praça da Fronteira, km 131 della A22, ponte internazionale Guadiana-Castro Marim, incluso il molo sul fiume Vila Real de Santo António.

Russia

 

18.03.20

La Federazione Russa chiude tutti i suoi confini a mezzanotte del 18 marzo. La restrizione durerà fino al 1 maggio.

Il divieto non si applica al trasporto di merci: camionisti, equipaggi aerei e marittimi e squadre nel trasporto ferroviario.

Unione Europea

18.03.20

Conclusioni del presidente del Consiglio europeo a seguito della videoconferenza con i membri del Consiglio europeo su COVID-19. Il 17 marzo, i membri del Consiglio europeo hanno tenuto una videoconferenza su COVID-19 al fine di dare seguito alle precedenti conclusioni del 10 marzo 2020 insieme al presidente della BCE, al presidente dell’Eurogruppo e all’alto rappresentante. Nella premessa che la priorità è la salute dei cittadini, si riportano di seguito i contenuti delle priorità individuate:

1. Limitare la diffusione del virus

Abbiamo approvato gli orientamenti proposti dalla Commissione sulla gestione delle frontiere. Dobbiamo garantire il passaggio di medicinali, cibo e merci e i nostri cittadini devono essere in grado di recarsi nei loro paesi di origine. Saranno trovate soluzioni adeguate per i lavoratori transfrontalieri.

Per limitare la diffusione del virus a livello globale, abbiamo convenuto di rafforzare le nostre frontiere esterne applicando una limitazione temporanea coordinata dei viaggi non essenziali verso l’UE per un periodo di 30 giorni, in base all’approccio proposto dalla Commissione.

2. Fornitura di attrezzature mediche

Abbiamo accolto con favore la decisione della Commissione di adottare un’autorizzazione preventiva per l’esportazione di attrezzature mediche. Abbiamo sostenuto gli sforzi della Commissione per (1) interagire con l’industria; (2) eseguire appalti pubblici congiunti che sono stati recentemente avviati e quelli che saranno ultimati a breve per fornire sufficienti dispositivi di protezione; (3) e acquisto di dispositivi di protezione attraverso il quadro di protezione civile.

3. Promuovere la ricerca

Abbiamo incoraggiato gli sforzi compiuti per sostenere la ricerca come il gruppo consultivo su COVID-19.

Abbiamo sottolineato la necessità di condividere informazioni e sviluppare un vaccino e renderlo disponibile a tutti i bisognosi. Sosterremo le aziende europee al riguardo.

4. Affrontare le conseguenze socioeconomiche.

Abbiamo approvato la dichiarazione dell’Eurogruppo del 16 marzo e invitato l’Eurogruppo a monitorare costantemente e da vicino gli sviluppi economici e finanziari e ad adottare senza indugio una risposta politica coordinata alla situazione in rapida evoluzione.Abbiamo sostenuto le varie iniziative prese dalla Commissione nei settori del mercato unico, come l’adeguamento delle norme sugli aiuti di Stato e l’uso delle flessibilità previste dal patto di stabilità e crescita e il ricorso al bilancio dell’UE.

L’Unione e i suoi Stati membri faranno tutto il necessario per affrontare le sfide attuali, per ripristinare la fiducia e sostenere una rapida ripresa, nell’interesse dei nostri cittadini.

 

5. Cittadini bloccati in paesi terzi.

Ci siamo impegnati a coordinare le nostre ambasciate e le delegazioni dell’UE nei paesi terzi. L’alto rappresentante e il servizio europeo per l’azione esterna sosterranno al riguardo.

Organizzeremo congiuntamente il rimpatrio dei cittadini dell’UE, ove necessario e possibile, e faremo uso del meccanismo di protezione civile dell’Unione. Verranno mobilitati ulteriori finanziamenti dell’UE per tali operazioni congiunte.

 

Gli Stati membri e le istituzioni seguiranno immediatamente tutti i livelli. I membri del Consiglio europeo torneranno su questo tema in una videoconferenza la prossima settimana. Il Consiglio europeo ordinario previsto per il 26-27 marzo sarà rinviato a una data successiva.

 Romania

18.03.20

A partire dal 9 marzo 2020, alle ore 12:00, sono in vigore le decisioni del Comitato Nazionale per le Situazioni Speciali di Emergenza relative all’imposizione di restrizioni al traffico da e verso gli Stati colpiti dall’infezione con il nuovo coronavirus. Pertanto, i voli da e per l’Italia, così come quelli da/per la Spagna, sono sospesi. Inoltre, gli operatori aerei hanno l’obbligo di comunicare ai cittadini romeni che si imbarcheranno dall’Italia, dalla Cina, dall’Iran e dalla Corea del Sud verso la Romania, con scalo, il fatto che verranno posti in quarantena o autoisolamento sul territorio della Romania. Gli operatori aerei hanno altresì l’obbligo di non consentire l’imbarco a persone con cittadinanza diversa da quella romena che arrivino in Romania, con scalo, dall’Italia, dalla Cina, dall’Iran e dalla Corea del Sud. I cittadini romeni che arrivano nel Paese attraverso i punti di frontiera terrestri, provenienti o che abbiano viaggiato in Italia, Cina, Iran e Corea del Sud vengono posti in quarantena istituzionalizzata sul territorio del distretto di confine o in autoisolamento domiciliare, a seconda della zona di provenienza. Il trasporto di merce superiore a 3,5 tonnellate è esente dalle restrizioni al traffico. Le suddette restrizioni si applicano anche al trasporto marittimo e fluviale. Le decisioni sopra elencate sono valide fino al 31 marzo, con possibilità di proroga. A partire alle ore 21.00 del 15 marzo le Autorità rumene hanno disposto le seguenti ulteriori misure restrittive: isolamento domiciliare di 14 giorni, anche in assenza di sintomi, per tutti i viaggiatori provenienti da paesi in cui sono stati registrati più di 500 casi di contagio da COVID-19; quarantena obbligatoria per coloro che provengono dai Paesi (tra cui l’Italia) indicati al seguente link https://www.cnscbt.ro/index.php/1513-lista-zone-afectate-15-03-2020/file. Inoltre tutte le persone in isolamento domiciliare che sviluppano sintomi da contagio devono contattare il numero unico di emergenza 112. Il personale medico farà una valutazione clinica e raccoglierà prove biologiche per l’effettuazione del test.

Bulgaria

18.03.20

Da mercoledì 18 marzo 2020 e fino a data da definire è in vigore il DIVIETO DI INGRESSO nel Paese per i viaggiatori provenienti da ITALIA, Cina, Bangladesh, India, Maldive, Nepal, Sri Lanka, Spagna, Repubblica di Corea, Gran Bretagna, Francia, Germania, Paesi Bassi e Svizzera. Fanno eccezione i cittadini bulgari e gli stranieri con permesso di soggiorno bulgaro permanente o di lungo termine e i loro famigliari. Al fine di prevenire la diffusione del COVID-19, le autorità locali hanno rafforzato i controlli sanitari all’Aeroporto di Sofia (Terminal 1 e 2) nonché ai principali aeroporti di transito (Varna, Burgas e Plovdiv) e a tutti gli accessi nel Paese (comprese frontiere via terra e porti) nei confronti di tutti i passeggeri in arrivo. A tutti i passeggeri che abbiano soggiornato in Italia nei 14 giorni precedenti all’arrivo nel Paese è richiesta la compilazione di un questionario, in presenza di un ispettore sanitario, dichiarando le proprie generalità e se si avvertono dei sintomi. Tutti gli individui che abbiano soggiornato in Italia nei 14 giorni precedenti all’arrivo in Bulgaria sono obbligati ad osservare un isolamento domiciliare di 14 giorni. In caso di febbre alta o tosse, verificatesi successivamente all’ingresso nel Paese, si dovrà contattare il numero di emergenza 112 o un medico di base. Le autorità locali raccomandano di non recarsi direttamente all’ospedale senza aver prima preso contatto con il medico. È ancora possibile viaggiare tra Bulgaria e Italia via aerea effettuando uno scalo in Paesi terzi. Date le frequenti variazioni nel traffico aereo, si raccomanda di contattare la compagnia aerea di riferimento per verificare lo stato del proprio volo e individuare rotte alternative per raggiungere l’Italia.

Bosnia Erzegovina

18.03.20

Le autorità locali hanno disposto la sospensione dell’ingresso nel territorio della Bosnia Erzegovina a tutti i cittadini stranieri provenienti dalle zone di maggiore diffusione del virus Covid-19 (Italia, Corea del Sud, Iran, provincia cinese di Wuhan, Giappone, Francia, Romania, Germania, Austria, Spagna, Svizzera, Belgio). Per i cittadini della Bosnia Erzegovina che rientrano da tali aree, è obbligatorio il rispetto di un periodo di quarantena di 14 giorni (sorveglianza medica diretta in collaborazione con le Autorità di ispezione competenti con rendicontazione giornaliera obbligatoria al servizio epidemiologico competente). Ai cittadini stranieri non è preclusa a priori la possibilità di accesso in Bosnia Erzegovina, a patto che siano in grado di dimostrare inequivocabilmente, producendo evidenza certa alle Autorità di frontiera, di non provenire dall’Italia o dalle altre zone di maggiore diffusione del virus Covid-19, ferma restando la discrezionalità degli ufficiali della Polizia di frontiera nella valutazione dei singoli casi. In ogni caso, i cittadini stranieri possono entrare nel territorio della Bosnia Erzegovina unicamente con un passaporto in corso di validità (non sono più accettati altri documenti di riconoscimento). In questa fase, le Autorità della Bosnia Erzegovina non effettuano alcuna distinzione tra cittadini stranieri non residenti e cittadini stranieri residenti in Bosnia Erzegovina.

TC 016– 19.03.2020

Rif. Laura Caccialupi – Tel. 0575399437 – e-mail: l.caccialupi@confindustriatoscanasud.it